L'essere umano è un'unità dinamica di funzioni, il cui stato è determinato da corpo, mente e spirito

Il corpo possiede dei meccanismi di autoregolazione e autoguarigione

La struttura e la funzione sono reciprocamente intercorrelate

Osteopatia

L’Osteopatia è un sistema consolidato di assistenza alla salute che si basa sul contatto manuale per la valutazione, la diagnosi ed il trattamento della persona.

Si tratta di una terapia manuale, complementare alla medicina classica, incentrata sulla salute della persona piuttosto che sulla malattia; si avvale di un approccio causale e non sintomatico (spesso infatti la causa del dolore trova la sua locazione lontano dalla zona dolorosa), ricercando le alterazioni funzionali del corpo che portano al manifestarsi di segni e sintomi che possono poi sfociare in dolori di vario genere.

I princìpi dell'osteopatia

L’innovazione di Still si concretizza nei Princìpi cardine di cui ancora oggi l’Osteopatia si avvale:

• L’essere umano è un’unità dinamica di funzioni, il cui stato di salute è determinato da corpo, mente, e spirito.

• Il corpo possiede dei meccanismi di autoregolazione e autoguarigione.

• La struttura e la funzione sono reciprocamente inter-correlate.

• La terapia razionale si fonda sull’applicazione di tutti e tre i principi.

Cosa tratta l’Osteopatia?

L’Osteopatia si occupa principalmente dei problemi strutturali e meccanici di tipo muscolo-scheletrico a cui possono però associarsi delle alterazioni funzionali degli organi e visceri e del sistema cranio sacrale.

Poiché in Osteopatia si ha una visione olistica del corpo umano, è valida anche l’idea contraria: un problema funzionale organico-viscerale può provocare dei dolori di tipo muscolo-scheletrico.

In Italia l’Osteopatia è una terapia sempre più richiesta dalla popolazione: circa 1 Italiano su 6 sceglie di rivolgersi all’Osteopatia.

Fra i motivi più comuni per cui i pazienti si rivolgono ad un Osteopata rientrano disturbi in queste aree:

  • Colonna vertebrale e bacino (es. cervicalgia, lombalgia e dolore pelvico)
  • Arti inferiori (es. coxalgia, gonalgia e dolore localizzato alle caviglie)
  • Arti superiori (es. dolore alle spalle, al gomito e al polso)
  • Visceri (es. problematiche digestive, uro-ginecologiche o polmonari)
  • Cranio (es. cefalea, emicrania e problematiche di masticazione)

Il termine “Osteopatia” è stato coniato dal suo fondatore, il chirurgo americano Dr Andrew Taylor Still, che alla fine del XIX secolo scoprì le relazioni esistenti tra l’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo e la salute.

“Solo chi ha necessità di un tocco delicato, sa toccare con delicatezza” Hermann Hesse

Anamnesi e colloquio iniziale

La valutazione iniziale consiste in un colloquio che ha lo scopo di valutare la storia clinica del paziente, identificandone motivo/i del consulto, bisogni/aspettative, patologie eventualmente presenti ecc.

L’osteopata farà quindi domande ad ampio spettro indagando sullo stile di vita, sul tipo di lavoro svolto, sugli hobby, su incidenti passati, traumi, cadute o interventi chirurgici ecc. Tutto questo per avere un quadro generale della persona ed escludere eventuali controindicazioni al trattamento.

Il tutto sarà integrato da eventuali dati derivanti da esami diagnostici di varia natura e da consulenze di altre figure sanitarie.

Valutazione posturale

Alla fine del trattamento osteopatico il paziente verrà rivalutato per individuare eventuali miglioramenti dei segni clinici e posturali emersi dalla valutazione iniziale, verificando allo stesso tempo l’efficacia della manipolazione osteopatica.

Prima di congedarsi, l’osteopata può dare dei consigli al paziente proponendogli se sia il caso di rivederlo o meno per ulteriori sedute.

Un trattamento osteopatico ha una durata di circa 30/45 minuti. Una prima visita può durare più a lungo di un trattamento, un’ora e più circa.

Diagnosi differenziale osteopatica

L’esito dei test e del ragionamento clinico permettono poi all’osteopata di elaborare la diagnosi differenziale osteopatica, con lo scopo di individuare dati clinici che possono controindicare in parte o totalmente il trattamento osteopatico (red flags).

In presenza di red flags sarà necessario indirizzare il paziente verso un’integrazione diagnostica e/o la consulenza di un’altra figura sanitaria.

Questa prima fase risulta quindi determinante ed è necessaria per lavorare in sicurezza col paziente: è doveroso infatti comprendere se l’osteopata può rappresentare la figura di riferimento per il processo di cura del paziente o essere una figura di supporto ad altri professionisti cui il paziente dovrà rivolgersi.

Test di mobilità osteopatici attraverso la palpazione

Alla prima fase succederà un esame obbiettivo durante il quale l’osteopata osserva l’atteggiamento posturale adottato dal paziente in piedi, se presenta aree di sovraccarico a livello della colonna vertebrale, del bacino o degli arti, della cavità toracica, addominale o pelvica.

L’osteopata può chiedere al paziente di eseguire alcuni movimenti per esaminare la funzionalità delle articolazioni e individuare aree di restrizione di mobilità.

Valutazione finale

Mentre il paziente è sdraiato sul lettino, l’osteopata utilizza la palpazione e i test di mobilità osteopatici per valutare elasticità e qualità dei tessuti e quindi le eventuali disfunzioni somatiche.

Un test fondamentale per l’osteopata è la palpazione dell’osso sacro il quale, oltre a rappresentare la base ed il sostegno della nostra colonna, è una componente fondamentale del sistema “cranio-sacrale” a cui l’osteopatia da grande importanza.

Oltre a test di natura osteopatica, l’osteopata (così come il fisioterapista), conosce ed effettua test di tipo ortopedico sempre al fine di inquadrare meglio il problema della persona capendo se è di sua competenza o meno.

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